21.10 / 31.12
Luogo della manifestazione / punto di ritrovo
Museo Diotti, Via Aldo Formis, 17 – Casalmaggiore (CR)
La mostra intende mettere a fuoco la figura di Tommaso Aroldi, pittore, decoratore, architetto, insegnante e ispettore onorario nato a Martignana di Po nel 1870 e attivo a Casalmaggiore e nel casalasco – oltre che in diversi centri del basso mantovano e della bassa reggiana – fino al 1928.
Si tratta della prima iniziativa di ampio respiro dedicata a questo artista, della cui produzione sono stati finora approfonditi occasionalmente singoli aspetti che non hanno messo in adeguata evidenza il suo ruolo profondamente incisivo e trasversale nella compagine culturale e artistica del suo tempo. Il progetto di una mostra su Tommaso Aroldi rientra da tempo nei filoni di ricerca del Museo Diotti, soprattutto per il ruolo di docente che egli svolse per molti anni nell’ambito della Scuola di disegno “Bottoli”, istituzione locale volta alla formazione artistica delle maestranze artigiane. Inoltre il Museo ha ricevuto recentemente alcune donazioni di opere dell’artista, fra cui un consistente corpus di disegni che ha fornito nuovi e preziosi elementi di studio.
La mostra e il relativo catalogo colmeranno quindi una lacuna nella storia dell’arte del territorio anche perché Tommaso Aroldi – che pure fu il capostipite di un’intera famiglia di artisti – è il solo di questi a cui non sia finora stato dedicato uno studio monografico, come è accaduto per il figlio Aldo Mario (xilografo e illustratore) e per i nipoti Danilo (designer con carriera milanese) e Tino (pittore e promotore culturale a Casalmaggiore) che sono ben documentati nelle collezioni del Museo Diotti e sono già stati oggetto di eventi e pubblicazioni.
Con una solida formazione artistica, divisa fra l’Istituto d’Arte di Parma e l’Accademia di Belle Arti di Firenze, nel primo decennio del ‘900 Tommaso Aroldi partecipò a diverse importanti esposizioni nazionali ed internazionali (Milano, Londra e Monaco in particolare), coltivando soprattutto la pittura di paesaggio entro una ricerca, mirata allo studio della luce, che faceva tesoro tanto della pittura di macchia, studiata nel periodo fiorentino, quanto del Divisionismo.
Parallelamente avviava la sua attività d’insegnante, dal 1904 al 1920, presso la Scuola di Disegno “Giuseppe Bottoli”, contribuendo al suo rilancio e alla formazione di molti decoratori coinvolti nei cantieri che hanno segnato il volto moderno della città di Casalmaggiore.
Particolarmente intensa è stata nei primi due decenni del ‘900 la sua attività di architetto, di decoratore e di allestitore di interni sia nel campo dell’architettura religiosa, sia in quello dell’architettura civile. In questo ambito ha operato tanto nella progettazione di dimore signorili, quanto delle prime case popolari, stilisticamente orientato – a seconda della committenza – tra l’eclettismo storicista e il Liberty floreale.
In qualità di componente della locale Commissione d’ornato e soprattutto come ispettore onorario, la sua azione vigile si è estesa a tutto il tessuto edilizio della città, compresa la segnalazione agli organi di tutela del palazzo Martinelli, da lui indicato, con largo anticipo sui tempi, come idonea sede per la Scuola industriale di disegno e per un costituendo museo civico.